Esistono Soluzioni Definitive per L’ernia del Disco?

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Cos’è l’ernia del disco? L’ernia del disco è una patologia con la quale molte persone devono far fronte nel corso della propria vita, pur non sapendo esattamente di cosa si tratta.

Per fare chiarezza, bisogna innanzitutto spiegare com’è fatta la colonna vertebrale, seppure per sommi capi.

La colonna vertebrale può essere schematizzata come un gruppo di 26 ossa corte, chiamate vertebre, impilate l’una sull’altra.

Le ossa, in condizioni normali, non entrano in contatto tra loro in quanto sono separate dal disco intervertebrale con struttura fibrocartilaginea: questi dischi presentano un nucleo interno dalla consistenza gelatinosa e dal colore paglierino, rivestito da una struttura più rigida detta anulus fibroso.

La funzione dei dischi intervertebrali è quello di conferire mobilità alla colonna vertebrale e di assorbire gli urti.

Tuttavia, nel corso della vita, il disco intervertebrale può danneggiarsi a livello dell’anello fibroso e modificarsi spostando parte del suo materiale interno, con fuoriuscita del nucleo.

Questa condizione, definita ernia del disco, causa dolori molto intensi, dovuti al contatto con le strutture nervose adiacenti.

Come Ridurre o Eliminare il Dolore Provocato dall’Ernia?

È possibile trovare una soluzione definitiva a questo problema che crea molti disagi?

La risposta non è univoca.

Può infatti capitare che molte persone vivano con un’ernia del disco per tutta la vita, pur non manifestando alcun sintomo: in questo caso, il paziente non conosce il problema quindi non ricorre a una particolare cura.

In altri casi, quando il problema è sintomatico, si può decidere di agire per via conservativa: in questo senso, con il riposo ed evitando sollecitazioni potenzialmente dolorose e dannose, il materiale “pro-infiammatorio erniato” di cui è composto il disco e che fuoriesce quando questo si lesione può disidratarsi e occupare un volume meno ampio, riducendo quindi il problema infiammatorio a carico dei nervi e delle altre strutture vicine.

L’ossigeno ozono terapia è una delle tecniche più utilizzate e sicure in caso di ernia del disco: permette in alcuni la disidratazione del tessuto del disco intervertebrale erniato, riduce il volume dell’ernia e quindi la compressione a livello della radici spinali; in alcuni casi sono prevalentemente le proprietà antinfiammatorie a dare beneficio determinando la scomparsa del dolore agendo sull’ernia e sui muscoli paravertebrali.

In altri casi, invece, dopo un periodo di riposo utile per limitare il dolore, il medico può consigliare un’attività fisica per rafforzare i muscoli che sostengono la colonna vertebrale e ridurre notevolmente i disagi provocati dall’ernia.

Un’attività fisica che in molti casi è consigliata è il nuoto: anche se quest’attività prevede che vengano messi in atto movimenti sfavorevoli in caso di ernia, bisogna tenere in considerazione che l’acqua “sorregge” il corpo e attutisce lo sforzo.

Quella che spesso si crede essere la soluzione definitiva, a cui si ricorre generalmente in casi molto gravi, ovvero l’intervento chirurgico, per definizione non può essere una soluzione da “risultato certo e garantito” in quanto il disco intervertebrale non migliora le sue caratteristiche e, quindi, è sempre possibile incorrere nelle c.d. recidive e/o nelle fibrosi aderenziali post chirurgiche. La chirurgia deve essere considerata quando sono presenti danni neurologici potenzialmente irreversibili o non si è riusciti ad ottenere sollievo dal dolore con altre tecniche.

Le indicazioni all’intervento chirurgico non vengono date dalla dimensione dell’ernia ma dalla sintomatologia del paziente e dai segni di deficit rilevabili ad una valutazione clinica (deficit neurologici, sindrome della cauda equina e altre gravi manifestazioni).

La tecnica chirurgica da adottare varia molto a seconda dei casi: essa, infatti, dipende strettamente dalla posizione e dal volume dell’ernia, dalle caratteristiche della colonna vertebrale, età del paziente, aspettative, eventuali altri interventi eseguti alla colonna vertebrale, ecc…

E’ spesso utile tentare approcci meno invasivi , che richiedono un tempo di recupero di alcune settimane.

La Microdiscectomia

La microdiscectomia, ad esempio, è una tecnica alla quale si ricorre nel caso in cui il disco sia fuoriuscito quasi completamente.

In questo caso si effettua una piccola incisione, in seguito alla quale si opera con il microscopio operatorio, al fine di asportare i frammenti di disco fuoriusciti.

In altri casi, invece, si può operare in maniera percutanea, attraverso l’utilizzo di laser radiofrequenze pulsate: queste hanno lo scopo di agire sul disco quando possibile o di neuromodulare l’attività delle fibre nervose che veicolano il dolore, in modo da bloccare i sintomi.

Quest’operazione non richiede alcun taglio e prevede tempi di recupero molto brevi.

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